TAGO MAGO c/o Marina di Massa
dal 30-06-06 al 02/07/06

Si è svolta tra il 30 giugno e il 2 luglio la seconda edizione della tre giorni del “Tago Fest” a Marina di Massa. Quaranta gruppi, quindi il doppio rispetto all’anno scorso, per un festival che ha rappresentato al meglio la realtà italiana di quest’anno. Sono riusciti a mettere insieme diversi generi: dal rock ricercato dei ravennati Comaneci all’impro-jazz virulento dei fiorentini Jealousy Party, dalle fiammate punk rock delle Motorama all’hip-hop controverso dei Uochi Toki.
Bruno Dorella della Bar La Muerte ci segnala i Neo e i Laghetto tra gli episodi più divertenti e racconta che il momento più intenso del Festival è rappresentato sicuramente dalle chiacchierate notturne con gli altri organizzatori. Quando tutti andavano a dormire, i gruppi avevano smontato e non c'era più nessuno, dalle tre alle sei del mattino Bruno si trovava con Tiziano Sgarbi della Fooltribe, Gianmaria della Fratto9, Stefano della Tago Mago e qualche altro avventore (in particolare Mat Pogo – Burp Pubblication, Chet della Megaplomb e Onga) a chiacchierare della festa rock ‘n' roll che stavano vivendo.

Nessuno pecca, neanche per la qualità dei live considerata da Mirko Spino della Wallace molto elevata. “Laghetto, Hell Demonio, Appaloosa, Motorama, Agata, Uochi Toki o Jealousy Party. Non posso immaginare di meglio”, ci dice Mirko. “Molte etichette, bella gente che si divertiva, ingresso gratuito, birra, sole, spiaggia e belle ragazze. È la dimostrazione, ennesima, per quanto mi riguarda, che se c'è lo spirito giusto non importa cercare soldi, sponsor, pubblicità e tutto il superfluo che di norma è il contenuto di altre manifestazioni. Peccato per chi se l’è perso, è stato veramente rock’n’roll con la spiaggia di Marina di Massa invasa da punk-rocker con le occhiaie.”

Stefano, il padrone di casa, ci parla del Tago Mago come di una vera e propria alternativa nata già nel 2001 per portare in provincia (Massa Carrara) un nuovo concetto di locale pubblico. A quanto pare, il Tago Mago era nato come lounge-café con forti richiami agli anni ‘70 (dall’arredamento alla musica proposta dai vari DJ in console nel fine settimana), ma si è trasformato nel tempo in una piccola stazione culturale dove potersi scambiare opinioni rispetto alla musica, al cinema, all’arte e non solo anche al cibo o al vino. “Interagire con il pubblico”, dice Stefano, “è il motore delle nostre iniziative, quindi organizzare un festival di musica indipendente è venuto da sé. La scelta dei gruppi è avvenuta, selezionando le varie proposte che sono arrivate in queste settimane da agenzie di booking ma ciò che fa la differenza è che non escludiamo i gruppi emergenti ancora senza etichetta. Il genere proposto è molto eterogeneo, si passa dall’elettronica al jazz più estremo, dal rock al new folk acustico. E non facciamo suonare cover band”. Solo per questa frase gli darei una medaglia. Comunque, lo sforzo della loro piccola macchina organizzativa è stato apprezzato da tutti: artisti e pubblico. Nessuno ha sforato di neppure un minuto, i cambi palco fatti alla velocità della luce, gli stand delle etichette piccoli ma uguali per tutti, i prezzi al bar abbassati per l’occasione. Durante la proiezione della partita dei mondiali Italia-Ucraina c’era la telecronaca in diretta dei Uocki Toki che completamente ignari di schemi e fuorigioco hanno commentato l’evento (a loro modo), ma non si è riusciti ad andare oltre l’inno di Mameli senza far loro rischiare il linciaggio da parte del pubblico la cui protesta ha costretto a far ripartire la telecronaca ufficiale. Di solito, quando si è concluso da poco un festival con quarantasei gruppi non se ne può più, invece i ragazzi del Tago Mago pensano già al prossimo anno.

Wallace, Bar La Muerte, Fooltribe, Urtovox, Fratto9underthesky, Ghost, Black Candy, Fosbury, Madcap Collective, Unhip, Stoutmusic o Snowdonia sono solo alcune delle meravigliose realtà di produzione indipendente che danno respiro alla scena italiana piena di artisti di talento che provano a trasmettere originalità e se non quello passione, sudore dell’anima, onore agli emotivi.

Cominciamo dall’unica etichetta degna di nota che non era presente al Tago Mago, credo per ragioni logistiche, visto che è di Messina. Si tratta della Snowdonia di Cinzia La Fauci e Alberto Scotti che dal 1996, seguendo le orme della fanzine e tape-label del poeta e linguista Marco Pustianaz che l’aveva fondata negli anni ‘80, ci porta di fronte ad un pop smembrato che nella sua sregolatezza trova, grazie agli artisti scelti, meravigliose suggestioni. Tra i gruppi migliori i Maisie, Missselfdistruction, Aidoru, Duozero. Da anni adottano come manifesto una dichiarazione di Luigi Tenco e noi ci uniamo perché mai parole ci hanno rappresentato tanto in questo contesto. "Quando un Paese riesce a esprimere in chiave moderna una sua musica tipica (come è avvenuto per la bossanova e il cha cha cha), per un certo periodo di tempo il mondo intero impazzisce. In Italia, purtroppo, il grosso sbaglio è quello di guardare al mercato mondiale e imitarlo, quando ci sarebbe da noi un patrimonio musicale vastissimo e pieno di folklore. Bisognerebbe prendere melodie tipiche italiane e inserirle in un sound moderno, come fanno i negri con i rhythm and blues o come hanno fatto i Beatles che hanno dato un suono di oggi alle marcette scozzesi, invece di suonare con la zampogna”. Lo stile e l’estetica della label che é un po’ il collante tra i vari progetti sono dettate dalla copertina che rappresenta ciò che la musica del suddetto artista ha ispirato Cinzia nella grafica. Da qualche anno accettano solo canzoni cantate in italiano.

A Milano troviamo la Wallace di Mirko Spino. Nata nel 1999 con “Tracce”: una compilation dove comparivano gli A Short Apnea, gli One Dimensional Man o gli Starfuckers, presentando bene quella che era un’idea di etichetta un po’ sfocata che invece dal primo CD dei Pornography agli altri settanta è diventata la migliore realtà italiana davvero indipendente. “Puro rock’n’roll e do it yourself nello spirito”, dice Mirko. “Queste sono le cose che mi piacciono, che ritengo le maggiori espressioni di musica ed impegno politico, questo è l'ambiente dove mi trovo bene e questo è quello in cui voglio restare, a costo di sembrare ottuso. Ci sono persone che mi colpiscono in generale. Se poi queste persone suonano e la loro musica mi piace, ci sta anche che si lavori insieme”. Da qualche anno c’è una serie speciale, realizzata grazie a Xabier Iriondo (Afterhours, A Short Apnea) che ha proposto a Mirko il suo allora nuovo progetto, 2partiMOLLItremolanti, già con l'idea grafica della bustina: così sono nati i cd da 3” di progetti estemporanei denominati MailSeries. Tra i CD usciti da poco ricordiamo i Sedia, i Polvere e il miniCD Oleo Strut. Dopo l'estate uscirà il nuovo degli americani Rollerball. Finita una serie (la MailSeries termina con Shipwreck Bag Show) ne comincia un'altra in 10" vinile, la PhonoMetak Labs Series. La prima uscita è Zu in split con Iceburn. Tra i gruppi più belli andate a recuperare i Tasaday, Bron y Aur, Uncode Duello e i R.U.N.I.

Sempre a Milano troviamo Bar La Muerte, una sorta di via di mezzo tra autoproduzione ed etichetta familiare, fondata da Bruno Dorella che ricorderete per i Wolfango. Proprio dopo aver lasciato il gruppo ha esordito come produttore con il 7" delle Allun, che definisce “la cosa più pura e naïf che sia mai uscita”. Bruno sostiene di pubblicare i CD dei suoi amici (e meno male che ha amici splendidi). A partire dalla sua compagna negli Ovo e nella vita, Stefania Pedretti cantante delle Allun e da poco all’esordio solista con lo pseudonimo ?Alos con "Ricordi indelebili". Tra gli altri ricordiamo a034, o Bugo e R.U.N.I. (in collaborazione con Wallace). Appena uscito anche il secondo CD di Daniele Brusaschetto "Mezza Luna Piena", definito da Bruno uno dei più grandi e misconosciuti cantautori italiani. Dice Bruno: “L'unica volta che ho pubblicato un disco sulla base di un demo, senza conoscere l'artista, è stato per "Mein Braunes Blut" di Christian Rainer. Lì è scattato una sorta di senso di missione: questo disco o lo faccio io o lo fa Deutsch Grammophone. Il mondo non poteva restare senza, così l'ho fatto io. Ma è stata la prima e credo unica volta.”

Fratto9underthesky è l’etichetta di Gianmaria Aprile già chitarrista degli Ultraviolet Makes Me Sick. Nasce dopo diversi anni nel circuito indipendente grazie alla sua web-zine “Post?” (www.fratto9.com/post-itrock). Tutto inizia con gli alessandrini Deep End, che al momento dell’uscita del disco si sono ritrovati con la necessità di avere qualcuno che gli stampasse il lavoro e visto che Gianmaria da tempo già pensava di aprire una sua etichetta, ha colto la palla al balzo. Per gli EX-P ha avuto il CD da un loro amico e si è subito mobilitato per pubblicarlo. L’ultimo CD che ha stampato è il terzo lavoro degli emiliani Caboto, “Hidden Or Just Gone”, che si avvicinano ad un sound anni ’70, quando la psichedelia e il rock volgevano lo sguardo al jazz. C’è la possibilità di vedere presto una serie di CD-R a copie limitate, con un’estetica molto curata, per stampare progetti paralleli dei gruppi sopraccitati o particolari progetti di musica più ricercata e particolare che coinvolgerà anche altre persone. “Trovo fondamentale vedere il gruppo come si comporta dal vivo”, dice Gianmaria. “Ci vuole molto entusiasmo ed energie spese davanti al computer, per cercare di organizzare la promozione e qualche concerto. Il circuito indipendente è molto piccolo ed è difficile cercare di emergere per farsi notare, quindi credo sia assolutamente necessario il confronto tra le varie persone implicate, cercando di ottenere il meglio dai pochi mezzi che si hanno a disposizione.” Parole sagge.

“L'etichetta è nata in giardino, seduti ad un tavolo, fumando una sigaretta e bevendo una birra Federico (Father Murphy), Andrea (Oswald) e io (Paolo, Littlebrown). È stata un'idea spontanea e transitoria, non si pensava assolutamente al futuro ma solo a quel momento. Poi le cose sono andate avanti e siamo diventati il Madcap Collective”. Si presenta così questo collettivo d’artisti che vanta tra i propri gruppi gli ottimi Father Murphy, i Franklin Delano e Vittorio Demarin (Gomma Workshop). Non hanno un genere o un indirizzo artistico e di sicuro non cercano di guadagnarci soldi, ma provano a contribuire a qualcosa d’inedito cercando persone particolari.

Black Candy è l’etichetta fiorentina diretta da Leonardo Giacomelli e Giuseppe Faraco, nata da soli tre anni ma già con una schiera di nomi incredibile. Sono stati capaci di scoprire i divertentissimi Pecksniff da Parma. E hanno accolto Milaus, Three in One Gentleman Suit, Brother James, Santo Niente, Kech. Tutti gruppi visti dal vivo e avvicinati alla fine del concerto perché loro vanno a sensazioni. Se il concerto del gruppo gli piace si accordano con una stretta di mano e il CD esce. Per Black Candy l’importante è l’attitudine, quindi il modus operandi di ogni musicista, perché il talento e il valore si apprezzano meglio quando l’artista non si prende troppo sul serio, come hanno saputo fare Pavement, Built To Spill, Pixies ecc. Il nome dell'etichetta riprende il titolo di un album che contiene l’omonima canzone dei Beat Happening, il cui cantante e chitarrista Calvin Johnson è anche fondatore della K Records, etichetta rappresentativa nel panorama dell'indie rock. L’ultimo lavoro uscito è il CD del quintetto milanese Fine Before You Came, titolo omonimo presentato in un packaging molto originale correlato ad un DVD intitolato “I Was Fine Before You Came”: cortometraggio nato da un’idea del gruppo e del film-maker Antonio Rovaldi.

Altra etichetta di Firenze è la Stoutmusic che volge da sempre il suo sguardo benevolo nei confronti dei cantautori, il cui nome di punta è certamente Paolo Benvegnù (ex Scisma) che ha riscosso molti consensi da quando ha fatto uscire il suo esordio solista “Piccoli fragilissimi film”, divenuto una pietra miliare nella storia della musica d’autore. Tra le band esordienti che ci preme ricordare Otto “P” Notri, un gruppo meraviglioso le cui canzoni erano poesia per l’immaginario, che però si è sciolto troppo in fretta dopo appena un album. Ricordo anche il progetto del napoletano Pietro De Cristofaro meglio conosciuto come Songs For Ulan, tra le più belle voci (pensando a quelle rassomiglianti a Mark Lanegan) con già due dischi all’attivo.

Infine, tra le etichette di Firenze, non possiamo dimenticare Urtovox, ovvero Paolo Naselli Flores: un emotivo che da anni va a cercare artisti suggestivi come il grande Manco Iacampo che prima negli Elle e poi per i primi due lavori del progetto solista Goodmorningboy ha scritto e composto canzoni splendide. Poi ricordiamo il folk sghembo degli Hogwash, il pop colorato degli Psycho Sun, la psichedelia resa canzone dai Satellite Inn e ancora Ultraviolet Makes Me Sick o gli ultimi arrivati che stanno spopolando per il loro efficace garage rock i Les Fauves. “Songs for another place”: fresca d’uscita è invece una compilation divisa in due tra gruppi del sottobosco americani e italiani, nata in collaborazione con un'altra etichetta toscana Awful Bliss. “L’intento”, dice Paolo, “era cercare canzoni che facessero scomparire le limitazioni culturali e territoriali per permettere che la conoscenza della musica, la sua bellezza potessero arrivare ad essere messe a disposizione di tutti.”.

In provincia di Modena, a S. Martino Spino, troviamo un uomo con la barba molto affabile con tutti, che organizza spesso bei concerti, anche per se stesso, quando da Tiziano Sgarbi s’immedesima nel cantante e chitarrista new folk Bob Corn. Nel 2001 ha fondato (per fare uscire il cd del suo gruppo preferito) la Fooltribe con l’uscita di “Halleynation-Troncomorto” dei Red Worms’ Farm, band padovana oggi tra le più apprezzate in Italia. C’è un posto vicino casa di Tiziano che si chiama Barchessone Vecchio e lì organizzando il relativo concerto, ha registrato e poi pubblicato i Karate e i Sodastream. Inoltre ha pubblicato il primo album dei Three In One Gentleman Suit e a settembre è prevista l’uscita di Isobel, un gruppo di Torino punk/hard-core. Poi c’è S.J. Esau, un artista inglese amante degli strumenti giocattolo e delle melodie strabiche: vero e proprio personaggio. I prossimi approvati dal gusto Fooltribe saranno i Comaneci che quando avranno abbastanza canzoni Tizio dice che pubblicherà volentieri. Intanto li segue ad ogni concerto, li ha voluti a “Musica nelle Valli”, festival organizzato da lui ed altri ogni anno sempre nella zona Modena. Se andate ad un concerto dei Comaneci, sapete chi è quello in prima fila che sa a memoria tutte le canzoni. Un puro.

Passiamo adesso alla Ghost, etichetta di Varese, divenuta in pochi anni fondamentale per avere la fortuna di ospitare nella stessa città gli Encode ovvero psichedelia, post rock ma soprattutto una voce splendida: quella di Elena che dà i brividi. Gli Hormiga con le chitarre bene in vista, Mr. Henry un vocione caldo e avvolgente e una raffinatezza nelle melodie e nelle liriche vicine al primo Nick Cave; i Bartók ormai sciolti, ma che sicuramente hanno rappresentato molto per una buona fetta del pubblico indipendente nei loro dieci anni di vita. L’etichetta ha esordito con una compilation eccelsa: “Ghost Town 13 Songs From The Lakes County” nel 2002 le cui tracce erano state tutte registrate a La Sauna da Andrea Caielli. Questo studio di registrazione sarà quello usato da quasi tutti i gruppi. E’ stata una fortuna infatti per Francesco Brezzi, il fondatore, avere uno studio a disposizione per la sua etichetta. Oltre i gruppi della città, nel tempo si sono aggiunti i canterburiani Merci Miss Monroe da Saronno, gli Hot Gossip e i Ronin da Milano, i Fiel Garvie da Glasgow, gli One Dimensional Man da Padova (che sono approdati in casa Ghost in occasione del loro ultimo disco) come anche Franklin Delano da Bologna. Tra le ultime uscite un EP degli Encode intitolato "My Shadow Is Taller Than Me", contenente due nuovi brani scaricabili gratuitamente dal sito.

La Fosbury è nata a Treviso dai Valentina Dorme, Party Keller, Virna ed es: quattro gruppi che si sono messi assieme per fare il rispettivo album unendo le forze, ma hanno talmente consolidato la cosa che hanno poi deciso di estenderla ad altre uscite. Oggi Fosbury è diventata una realtà importantissima per il rock d’autore, se pensiamo ai tenebrosi Valentina Dorme e gli es o il primo meraviglioso album degli En Roco da Genova con i loro testi romantici e fuori dal tempo, la new wave dei Mosquitos di Frosinone o il rock’n’roll incendiario dei By Popular Demand di Padova. Mamma Fosbury (come la chiamano loro) ormai ha tanti gruppi sparsi per l’Italia. I C.O.D, che molti di voi ricorderanno per avere inciso per Virgin, hanno scelto Fosbury per tornare, ravveduti, nel meraviglioso mondo indie con “Preparativi per la fine”. Si aspetta da un momento all’altro il secondo disco degli es, che per l’esordio si erano aggiudicati il premio “Fuori dal Mucchio”.

Per Bologna segnaliamo la Unhip, ovvero Giovanni Gandolfi: local promoter e DJ che ha esordito con una vera e propria collana di split in vinile. C’è molta cura nell'aspetto sia della qualità del suono sia del packaging. Musicalmente all'interno dei singoli c'è omogeneità ad esempio la quinta uscita appartiene ai Fantomas / Melt-Banana, noti entrambi per comporre brani molto brevi e tirati: due formati per l’occasione. La versione in vinile è un 5”mentre il cd è quadrato e la sua diagonale, misura solo 80 millimetri. L'artwork è stato disegnato da Igort, uno dei più apprezzati fumettisti italiani che ha anche disegnato il logo dell'etichetta. Dopo la quinta uscita ha cominciato a pubblicare album interi iniziando con i bolognesi Settlefish, a settembre fuori con un EP acustico estrapolato dall’ultimo album, poi i Disco Drive di cui è uscito un EP questo giugno, e Death of Anna Karina. Fra poco usciranno due dischi solo in vinile già pubblicati nella versione CD per altre etichette: "Socialismo tascabile" degli Offlaga Disco Pax, uscito per Santeria, e gli Afterhours in inglese con Greg Dulli (Afghan Whigs), il cui vinile sarà doppio. Entro la fine dell'anno esce anche la collaborazione tra Calexico e The Black Heart Procession.

Francesca Ognibene

Pubblicata su www.ilmucchio.it